Della prof. al ragazzino, della figlia grande alla mamma, dell’amica all’amico da poco conosciuto. Sorprende e illumina gli occhi di chi non l’aspetta. Gesto intimo, a volte inopportuno, più spesso cibo per chi da tempo ne è digiuno.
Di più, non troppo, ne vorrei. E vorrei dare.
Un gatto che dorme il pomeriggio nel larghissimo letto padronale in un punto qualunque, però comodo, che si sveglia in un’ora qualunque perché qualcuno passa e lo carezza, non si sveglia del tutto né si chiede chi è che lo carezza, ma si sporge dal sonno solo un po’ per stirarsi in arrendevole lunghezza perché duri di più quella carezza. Forse così potrebbe essere l’amore.Patrizia Cavalli
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